Svizzera, dal bosco spuntano 1200 monete romane

E’ il sogno di ogni cercatore con metal detector: sentire quel fatidico “bip bip” e, dopo aver rimosso qualche zolla di terra, ritrovarsi tra le mani un tesoro antico dell’epoca di Costantino.

Un’emozione indescrivibile provata dal signor Daniel Lüdin, un archeologo dilettante che, nell’autunno del 2021, vagando con il suo metal detector nella campagna attorno a Basilea, ha trovato in un sito medioevale oltre 1200 monete romane.

Non un semplice ritrovamento, ma un vero e proprio “tesoro” custodito in un vaso in ceramica dell’Impero romano del IV secolo d.C.. Al suo interno, ancora in ottime condizioni, oltre a qualche coccio di ceramica antica, 1290 monete fatte di una lega di rame con una piccolissima quantità di argento databili intorno al 332-335 d.C.

Consapevole di aver fatto una scoperta sensazionale, il ricercatore svizzero ha agito nel modo più corretto: ha ricoperto di nuovo il tutto e ha chiamato il Servizio archeologia dell’Ufficio dei beni culturali.

Gli archeologici elvetici hanno così potuto appurare che le monete furono coniate durante il regno dell’imperatore Costantino il Grande, il monarca passato alla storia per aver favorito la diffusione del Cristianesimo nell’Impero.

Il tesoro, malgrado i quasi duemila anni di età, era in ottimo stato di conservazione. A proteggerlo probabilmente gli alberi del bosco nel quale era stato seppellito, non lontano dal castello di Wildenstein.

Il valore delle monete, per quei tempi, non era particolarmente elevato (corrispondeva a circa due mesi di guadagno di un soldato dell'epoca), ma se la stima nominale è piuttosto modesta, il loro valore scientifico è “incommensurabile”. In ogni i caso, una quotazione numismatica non avrebbe senso visto che le 1290 monete - annoverate come “patrimonio archeologico” dalle autorità elvetiche - non sarebbero comunque vendibili.

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