Natale 1914

Natale si avvicina e con l’occasione voglio raccontarvi una storia che parla proprio del Santo giorno.

25 Dicembre 1914, fronte occidentale. La furia tedesca, si è scontrata con la solida resistenza francese e la veloce guerra di movimento è da qualche mese divenuta guerra di posizione.

Da una parte i tedeschi dall’altra gli inglesi “festeggiano” immobili in trincee scavate a fatica nel fango francese.

Franz Hunter ha diciannove anni e una maledetta voglia di ritornare a casa. John Connor di anni ne ha ventidue e anche lui vorrebbe essere a Londra quel Santo giorno, magari davanti ad una bella tazza di thè bollente con la sua famiglia.

Il cielo è da giorni plumbeo e lascia cadere quella neve sciroccosa che non riesce nemmeno a far da coperta a quei poveri resti disseminati nei cento metri di “terra di nessuno” che separa le due trincee.

Oggi Franz si sente strano, non sa riconoscere quel sentimento di rabbia e angoscia che lo attanaglia. Si sente tradito, lui aveva creduto al suo Kaiser quando gli aveva promesso che quella guerra era una pura formalità:

“Tornerete a casa prima che le foglie d’autunno abbandonino gli alberi” aveva detto più volte l’imperatore ed invece non era per niente andata così.

Per farsi perdonare il potente regnante tedesco, aveva inviato al fronte un grottesco regalo natalizio; alberi addobbati a festa da esporre sul bordo delle trincee.

Per John oggi è giorno di posta, e da casa gli è arrivato un pacchetto. Contiene delle lettere dei suoi cari e un prezioso pezzo di cioccolato Belga che scatena in lui inconsci ricordi di casa e dei Natali passati e ormai perduti.

Sarà quel sentimento caro, sarà la rassegnazione o forse la fede a scatenare in lui qualcosa di folle ed inspiegabile.

John si alza, infila nella tasca del cappotto la preziosa tavoletta dolce e si avvicina al bordo della trincea.

Sale la scaletta.

Ora è completamente esposto al tiro nemico.

“Cosa fai Connor, rientra pazzo, vuoi farti ammazzare il giorno di nostro signore!” gli urla il tenente, ma John non sente, o forse non vuole sentire.

John cammina con le braccia al cielo, senza meta, in quel fazzoletto di terra fangosa.

Sembra che per lui sia questione di pochi istanti, poi sarà la fine, ma dalla trincea tedesca nessuno spara, “i crucchi non l’hanno visto” mormorano sottovoce gli Inglesi.

Ma non è così. Franz che aveva visto tutto e tenuto l’inglese nel centro del mirino fino a quel momento, abbassa il fucile ed esce a sua volta dalla sua trincea andando in contro al nemico.

Ora i due sono uno di fronte all’altro. Si guardano, si sentono solo dei ragazzi in guerra, anime vendute a pochi spicci e decidono di comune accordo, senza parole, di non accettarlo, almeno per il giorno di Natale.

Le trincee inglesi si svuotano, così come le trincee tedesche. Decine di ragazzi, fino a poche ore prima nemici, si scambiano auguri affettuosi, giocano a calcio, a carte, bevono e festeggiano assieme il Santo Natale.

Poche ore di tregua di Natale, poi la guerra torna a farsi sentire.

La storia ha voluto dimenticare John e Franz, considerando il loro atteggiamento disonorevole, ci sono voluti cento anni per comprendere in fondo il vero senso della guerra:

Un affare di pochi che si conoscono molto bene, che manda incontro a morte certa molti che non si conoscono affatto.

Ma se tutte queste persone che tra loro non si conoscono condividono un ideale di Pace, nessun potente al mondo potrà mai fermarli.

Buon Natale gente di Pace!

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