L’aeroporto militare di Cesenatico, quando il cimelio bellico “piove” dal cielo

Durante il secondo conflitto mondiale, l’enorme profusione di velivoli messi in campo dagli angloamericani rese totalmente insufficiente la rete degli aeroporti italiani, obbligando quindi i comandi alleati a costruirne dei nuovi. Nel versante adriatico si iniziò dalla Puglia, dove dal dicembre 1943 fu dislocata l’intera forza da bombardamento strategico: in quella regione i bombardieri pesanti ed i caccia di scorta utilizzarono una ventina di aeroporti diversi e lì vi restarono fino al termine del conflitto.

Al contrario, la forza da bombardamento tattico dotata di bombardieri medi e cacciabombardieri fu necessariamente obbligata a seguire l’avanzamento del fronte da sud verso nord, appoggiandosi anche a nuovi scali aeroportuali appena costruiti. È il caso anche di Cesenatico dove, alla fine di novembre del 1944, fu realizzato un cosiddetto “Landing Ground” nella spiaggia di Ponente.

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Come già era accaduto a Misano e Bellaria, dove precedentemente erano stati realizzati altri scali, anche per la costruzione dell’aeroporto di Cesenatico fu scelta la zona della linea di costa. Questo stesso modus operandi avrebbe poi condizionato la costruzione degli altri aeroporti di Cervia, Punta marina e Foce Reno.

Una volta deciso il luogo dove sarebbe sorto l’aeroporto, squadre del Genio dotate di grossi bulldozer spianavano e livellavano il terreno, abbattevano arbusti, pini ed altri ostacoli. Venivano poi stese tele di juta sulle quali erano poste speciali lamiere forate che, agganciandosi fra loro, formavano una eccellente superficie: le “Pierced Steel Plank Landing Mat”.

Ancora oggi, in specie lungo le strade di campagna, è possibile vedere recinzioni e cancelli realizzati con quelle lamiere. La forza da bombardamento tattico o Mataf era costituita dalla 12th Air Force Usaaf, formata da bombardieri medi e leggeri nonché da gruppi di caccia da scorta.

Le vestigia dell'aeroporto di Cesenatico - realizzato per i Martin Baltimore e De Havilland Mosquito del 253° Wing che precedentemente si erano appoggiati a Falconara - sono state rinvenute, in molti casi, dal CRB 360°, il Comitato Ricerche Belliche di Walter Cortesi che gestisce, nella costa del nord Adriatico, un’ottantina di bunker della seconda guerra mondiale e che si occupa, assieme al suo team, di archeologia militare, ovvero di ricerche con metal detector di reperti bellici – in terra e in mare – di grande interesse storico.

Il Comitato detiene, oltre ad una rara collezione di primi modelli di metal detector, alcuni importanti reperti bellici rinvenuti nel corso degli anni sul territorio romagnolo.

Grazie ai ritrovamenti di pezzi di Baltimore e cacciabombardieri Republic P-47 Thunderbolt del 79th Fighter Group Usaaf, è stato possibile ripercorrere la storia dell'aeroporto militare di Cesenatico.

Oggi, con Walter Cortesi, responsabile del Comitato Ricerche Belliche CRB 360°, abbiamo visitato il Parco di Ponente a Cesenatico dove, nel 1945, sorgeva un aeroporto anglo-americano.

Su un’area sconnessa, tra dune e paludi, gli americani - in pochi giorni - con l’ausilio dei loro potenti caterpillar, spianarono l’intero territorio e costruirono a tempo di record uno scalo militare.

Al suo interno erano ospitati caccia e bombardieri che avevano una sola missione: distruggere dal cielo la città tedesca di Monaco ed il suo circondario.

Dopo la seconda guerra mondiale, l’aeroporto venne completamente distrutto e, per molti anni, se ne ignorò l’esistenza. Fino a quando, qualche decennio fa, venne rinvenuto il nastro di una mitragliatrice americana. Da quel momento, il parco divenne un’area di grande interesse storico per gli appassionati di archeologia militare.

Nel corso degli anni, grazie a numerose ricerche con metal-detector, sono tornati alla luce diversi oggetti bellici, come gli inneschi di bombe d’aereo ad orologeria, gli involucri delle bussole americane ed anche cimeli molto rari, come ad esempio la benzina liofilizzata per le mense militari.

Nello scalo avvennero numerosi crush aerei. Tra i più significativi quello di un bombardiere in difficoltà che, prima di raggiungere l’aeroporto, perse l’intero carico, un numero imprecisato di bombe incendiarie.

Ma anche il tratto di mare antistante il litorale di Cesenatico custodisce le vestigia di quell’insediamento militare. A poche miglia dalla costa, nel 1972, venne individuato un velivolo B17 abbattuto dalla contraerei tedesca. L’equipaggio, che riuscì a salvarsi, venne fatto prigioniero dal soldati tedeschi. Ad individuare la carcassa del velivolo fu, ormai 50 anni fa, un turista svizzero a bordo di un moscone.

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