Gli Angeli di Mons

Bentrovati amici!
Oggi vi voglio raccontare una storia di una calda estate di cento anni fa.

Quasi tutti, ragionando per luoghi comuni, associamo i tempi passati alla stagione fredda, per noi generazione abituata ai termosifoni, soffriamo al solo pensiero di avere in casa temperature inferiori ai 18°, inoltre chi di noi non ha mai sentito parlare delle leggendarie nevicate dei primi anni del secolo scorso?

Beh! Che ci crediate o no, ai nostri avi faceva molta più paura il sol leone che il ghiaccio.
Se ci pensate bene, una delle prime scoperte, forse la prima in assoluto che ha rivoluzionato la nostra presenza sul pianeta terra è stata proprio il fuoco. Questo ha permesso all’uomo di cucinare e come “positiva controindicazione” di riscaldarsi: Il problema freddo, dopo la scoperta del fuoco divenne così in parte risolto.

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Ma come si poteva fare per trovare pace nelle calde giornate estive?
Per noi oggi la risposta è scontata, ma fino a pochi anni fa non era così semplice trovare refrigerio, si poteva riposare all’ombra di qualche pianta o cercare refrigerio nei torrenti montani, ma non fu sempre possibile nemmeno questo. Durante la Grande Guerra, i soldati obbligati a lunghe ore in trincea, sotto il sole rovente di luglio e agosto, non avevano pace all’arsura e tanto il sole era rovente che arrivarono addirittura a cucinare le uova direttamente nell’ elmetto che costantemente esposto al sole raggiungeva temperature impossibili.

Nessun refrigerio all’ombra, nessuna zona “climatizzata”, soltanto lunghe attese immobili al sole cocente. Quasi superfluo dire che questa situazione produsse non pochi problemi di salute.

Durante l’estate del 1914 le truppe britanniche e tedesche si stavano fronteggiando nei pressi della città belga di Mons; un enorme radura piatta ed assolata contrapponeva i due eserciti rivali.

In questa situazione al limite dell’umano, in moltissimi casi, sia da parte Inglese che da parte Tedesca, il sole caldissimo vinse sui poveri soldati, portando a bollore anche le povere meningi sotto agli elmetti al punto da creare illusioni visive e allucinazioni. Fu proprio in quella occasione che alcuni soldati britannici giurarono di aver ricevuto aiuto direttamente da san Giorgio in persona, pronto a schierare contro i tedeschi la leggendaria armata di arcieri fantasma che avevano combattuto durante la battaglia di Azincourt il 25 ottobre del 1415 contro gli allora nemici giurati francesi.

E ti dirò di più...

Probabilmente la storia degli arcieri fantasma di Mons sarebbe finita lì, con qualche risata collettiva se non fosse che lo scrittore Arthur Machen, prese la palla al balzo e ispirato dalla battaglia, scrisse un bel racconto: “the Browman” dove narrò proprio dei famosi Angeli di Mons, gli arcieri fantasma corsi in aiuto dell’esercito di sua maestà in difficoltà.

Il 29 settembre dello stesso anno il racconto fu pubblicato su London Evening News che completò la frittata: per tutti quella che l’autore intese come una narrazione di fantasia, divenne cronaca.

Più e più volte l’autore cercò di spiegare che in realtà si trattò di allucinazioni dovute al forte calore e che nessuno aveva visto realmente gli arcieri, ma non ci fu verso di far cambiare idea alla popolazione, per tutti quella storia divenne la battaglia degli angeli di Mons.

Il povero Machen non potè fare altro che rassegnarsi divenendo con ogni probabilità uno dei primi ignari inventori delle fake news, mentre i suoi Angeli di Mons divennero parte della storia britannica della Grande Guerra.

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