Miti da Sfatare #8: Detector Pulse Induction VS Discriminazione

FALSO! 

La tecnologia Pulse Induction si basa sull’induzione elettromagnetica degli oggetti metallici ottenuta attraverso l’emissione, da parte di una bobina trasmittente, di impulsi elettrici ad alta intensità.

Questi impulsi genereranno dei campi magnetici che investiranno sia il terreno che gli eventuali target metallici magnetizzandoli. Una volta cessata la trasmissione di questo impulso ad alta energia, il detector si pone in “ascolto”, ovvero va a registrare la presenza di campi magnetici residuali derivanti dalla precedente trasmissione.

È un po’ come se prima scaldasse gli oggetti con una fiamma e poi, dopo averla spenta, andasse a misurare la temperatura degli oggetti scaldati dalla fiamma stessa.

Questo tipo di tecnologia, per sua natura, permette di eliminare quasi del tutto il disturbo legato alla mineralizzazione ferrosa e/o salina.

Guarda il video...

Tale vantaggio ha però un prezzo. Sostanzialmente il metal detector riesce a rilevare piuttosto bene quasi tutti i tipi di metalli ma non riesce, come invece fa piuttosto bene la tecnologia VLF a ritardo di fase, ad identificarli. Ciò che fa è campionare il segnale riveniente dalla residua magnetizzazione indotta dagli impulsi.

Quindi di solito è in grado di dire solo:

  • “SI…C’è un oggetto in metallo!”
  • “NO! Non c’è nessun oggetto in metallo!”

In realtà nel tempo i Pulse Induction (PI) sono diventati un pochino più sofisticati introducendo il cosiddetto PULSE DELAY.

Dovete sapere infatti che il tempo di decadimento della magnetizzazione degli oggetti di ferro è molto più breve di quella, per esempio, degli oggetti in rame. Tornando all’esempio della fiamma di prima, possiamo dire che il ferro si raffredda prima mentre il rame, che è un miglior conduttore, tende a raffreddarsi più lentamente.

Come abbiamo detto prima, dopo aver trasmesso ogni impulso, il PI smette di trasmettere e si pone in ascolto. Ma cosa accadrebbe se decidessimo, prima di iniziare l’ascolto, di aspettare un certo tempo T che è superiore a quello che mediamente ci mette il ferro per “raffreddarsi”?

Quando, dopo questa breve attesa, inizieremo l’ascolto, oramai il ferro sarebbe “freddo” e quindi il suo calore non sarebbe più rilevato, mentre lo sarebbe quello del rame…che è ancora caldo dopo il tempo T. In parole semplici abbiamo “discriminato” il ferro.

Continua...

Ahimè purtroppo questo sistema non è immune da errori e basta, per esempio, che l’oggetto di ferro sia angolato in un modo particolare per produrre risultati diversi.

Va da sé però che un minimo di discriminazione è senz’altro possibile anche sui PI.

Richiedi informazioni prodotto