Introduzione

Giusto un secolo fa, anno più anno meno, finiva la più terribile delle guerre mai combattute fino a quel momento. La chiamarono Grande Guerra, con l’intento di far capire al mondo che più Grande di così una guerra non c’era mai stata e mai più avrebbe potuto esserci.
Ma l’illusione durò poco. Ne arrivò una seconda, ancora più atroce e la Grande Guerra cambiò il suo nome in: “prima guerra mondiale”.

Questa è storia che abbiamo studiato a scuola, che tutti, bene o male, poco o tanto conoscono.
Ma pochi, conoscono le storie delle persone semplici che quella guerra ha cancellato o reso immortali, pochi sanno che un’intera generazione che ha vissuto di quello che la “prima guerra” ha lasciato sui campi di battaglia.

Noi abbiamo deciso di raccontarvi proprio questo: storie di vita di grandi uomini semplici.

Siamo nel tardo autunno del 1918, sul monte Grappa l’esercito Austro-Ungarico ripiega verso il Cadore ed il Feltrino.
Ormai la guerra è persa, gli austriaci lo sanno, anche se non hanno mollato di un solo passo le loro linee e le loro trincee fino alla fine. Ora se ne vanno in fretta, inseguiti dall’esercito italiano.
In pochissimo tempo entrambi gli eserciti abbandonano il campo di battaglia lasciando un silenzio assordante.

Cosa rimane lassù? Provo a raccontarvelo:

Pensate ad un grande evento come il concerto di Vasco a Milano o la finale di Champions. Prima e durante la manifestazione tutto è ovattato da rumori assordanti, paninari che urlano, venditori di bibite, spot pubblicitari, colori odori tutto è frastuono!

Poi l’evento finisce, tutti se ne tornano a casa e il mattino seguente, nel silenzio più assolto si sente solo il rumore della ramazza dell’operatore ecologico intento a raccogliere quintali di oggetti lasciati sul campo.

Lo avete inteso il paragone?

Fu esattamente così: quintali di viveri, munizioni, armi pesanti, tutto venne abbandonato da un esercito in fuga.
Qualche mese dopo i soldati italiani ritornarono alle loro case tornando ad essere semplici contadini affamati. Eppure, mentre loro pativano la fame e gli stenti, lassù c’era di tutto. Lo sapevano gli ex militari e lo sapeva anche chi li comandava e fu subito divieto assoluto di Salire in montagna:
“Lassù ogni cosa è proprietà del regio esercito” gli dissero.

La cosa fortunatamente non durò molto e prima in maniera fugace, poi in maniera ufficiosa la montagna tornò ad essere dei contadini che però, in quella nuova veste ora si chiamavano recuperanti.

Cominceremo i nostri racconti proprio con le loro storie. Cacciatori di tesori per necessità.

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